Nicole e Jhonatan

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    Nicole Morris con Jhonatan Lucian Queen
    25 giugno alle ore 22.51
    [Giovedì 25 giugno ore 18 – Aeroporto di Barcellona – Nicole arriva in Spagna]
    *Finalmente Barcellona. Ero appena scesa dall’aereo e respirare quella nuova aria mi rese euforica. Ero felice e soprattutto lontanissima dal mio dolore. La mia partenza era stata pressoché improvvisa, non avevo potuto organizzarla nei minimi dettagli, ma istintivamente avevo scelto la Spagna come mia nuova dimora. L’Europa mi aveva sempre attratto e Barcellona rispecchiava ciò che cercavo in una città: storia, arte, spiagge bellissime, acque cristalline e divertimento. La mia nuova casa sarebbe stato un loft che non vedevo l’ora di vedere. Essere da sola non mi spaventava per nulla, anzi al contrario, trovavo nella solitudine la mia forza ed ero impaziente di godermi quella libertà conquistata a caro prezzo. Sì, sei libera Nicole, libera da ogni legame, libera da quelle mani che ti hanno quasi ucciso, dissi tra me, perdendomi in pensieri tristi. Ricordare quella brutta esperienza era all’ordine del giorno, il tempo purtroppo non rimarginava le ferite, ma non mi importava. Volevo quelle cicatrici sulla pelle e sotto la pelle, proprio per non scordare il buio che mi aveva avvolto, per non temerlo più, per non avere più paura. Era grazie a quel dolore che avevo disperatamente cercato la luce e adesso il mio nuovo sole sarebbe stato in quella grandiosa città, Barcellona. Desideravo con tutta me stessa ricominciare da zero, vivere senza pensieri, in un posto dove nessuno mi conosceva, in un luogo dove niente mi parlasse di lui. Sospirai e scossi la testa. Basta Nicole, basta. Non pensarci più. Mi rimproverai mentalmente e scacciai via quelle immagini che ogni volta mi provocavano una fitta al cuore. Tutto passa, tutto è esperienza. Era questo il mio mantra e ogni volta che lo ripetevo, ritrovavo la mia tenacia e il mio temperamento. Ce l’avrei fatta, ce la dovevo fare. Non vi erano altre alternative. Recuperai i miei bagagli, mi avviai verso l’uscita e cercai un taxi. C’era una fila assurda e dovetti aspettare un po’, fin quando giunse il mio turno. Camminai verso l’auto e fu in quel momento che un uomo mi sorpassò, aprendo lo sportello e sedendosi sulla vettura.* Ehi, c’ero prima io *mormorai contrariata.* Lui si voltò verso di me e sorrise, mentre il tassista si gustava la scena divertito.* Gli dica qualcosa *continuai rivolgendomi al proprietario del taxi che alzò le spalle e mi ignorò completamente.* Allora scende o no? *mormorai spazientita.*
    foto di Nicole Morris.
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    Jhonatan Lucian Queen Nel momento stesso in cui avevo deciso di lavorare tra Rio e Barcellona avevo saputo che avrei avuto una vita frenetica e movimentata. Fortunatamente essendo lo studio mio potevo gestirmi con le caute. Jordan mio fratellastro aveva anche preso in mano le redini
    Dello studio a Rio quindi si riuscivo a fare da spola. Ero appena rientrato a rio e l'aereo Era atterrato da poco. Dal momento che dovevo ritirare bagagli e tutto mi presi il mio tempo e chiamai anche l'agenzia di taxi per non impazzire poi all'uscita dell'albergo.
    "Certo signore taxi numero 42"
    Una volta attaccato sapevo che avevo tempo per questo andai a prendere un caffè ed infine con la mia valigia in spalla mi diressi all'uscita. Vidi arrivare il taxi 42 in lontananza e quando stai per entrare notai una ragazza bionda prendere il mio posto nel sedile posteriore dell'auto. La raggiunsi divertito e quando questa mi guardó continuai a sorridere tra me.
    "Vede signorina questo taxi e qui per me. Ho chiamato l'agenzia, taxi 42" le spiegai mentre il tassista annuiva.
    Guardai la donna sembrava stanca e spossata.
    "Eppure non mi costa nulla darle un passaggio se per lei non ci sono problemi. Sono l'avvocato Queen piacere di conoscerla."
    27 giugno alle ore 10.25 · Mi piace · 1

    Nicole Morris *Il distinto signore mi informò, spiegandomi che il taxi numero 42 era quello che era stato assegnato a lui, a seguito della telefonata che aveva fatto all’agenzia. Desiderai scomparire, volatilizzarmi nell’aria o sprofondare nel sottosuolo, per via della figuraccia che avevo appena fatto.* Mi scusi…. *sussurrai in un leggero bisbiglio.* Non ne avevo idea. *Continuai, cercando di arrampicarmi sugli specchi. Per fortuna,lui fu più che gentile e mi lanciò un’ancora di salvezza a cui mi aggrappai con forza. Era l’unico modo per uscire quasi indenne da quella situazione. Spostai lo sguardo sulla fila crescente, una folla di persone attendevano spazientite il loro turno per prendere un benedetto taxi. Ero stanchissima e il viaggio era stato lungo, perciò abbandonai subito l’idea di riposizionarmi tra quella calca che con ogni probabilità, mi avrebbe provocato un attacco di panico.* Ehm… se per lei non è un problema, accetterei volentieri un passaggio. *Dissi poi riportando lo sguardo su di lui. Si presentò e mi tese la mano che io afferrai, ricambiando la stretta decisa.* Nicole Morris. *Mi presentai e accennai un sorriso. “Dove deve andare signorina?” Mi chiese il tassista. Frugai nella borsa e presi il bigliettino con l’indirizzo.* Plaça de Catalunya *mormorai. L’autovettura iniziò il suo viaggio e io mi persi per qualche istante a guardare dal finestrino quella meravigliosa città. Al mio fianco l’avvocato trafficava con il suo cellulare, doveva essere di certo un uomo dai mille impegni, pensai, sbirciando nella sua direzione.* E’ davvero bellissima… * mi lasciai andare a un’esternazione ad alta voce, riferendomi a Barcellona. Mi sentivo come una bambina che ammirava per la prima volta un albero di Natale adornato da una montagna di regali.* Vivere qui deve essere magnifico, non è vero? * Domandai al signor Queen che posò il suo cellulare e portò la sua attenzione su di me.*
    27 giugno alle ore 11.45 · Non mi piace più · 1

    Jhonatan Lucian Queen *La donna sembró indecisa se accettare o meno il passaggio. Guardó fuori la folla in attesa sotto quel sole tropicale e sorrisi quando accettó il passaggio. Dissi Al tasiadta di accompagnare prima la signora mentre prendevo il cellulare per controllare finalmente le mail.
    Ascoltavo lei che parlava e guardavo il cellulare poi quando finii mi dedicai a lei.
    Vero Barcellona era bellissima. Aveva un oceano stupendo e parecchie strade erano fatte di storia compresi i monumenti. Ma la cosa che lui aveva apprezzato di più appena arrivato erano state
    Le persone, cordiali e disponibili, per lui newyorkese doc quella era una sorpresa. Nessuno si fermava per un saluto a New York.*

    È un bel posto dove vivere, io vengo da New York ma qui è tutto un altro mondo. Tutti gli spagnoli sono molto amichevoli e come puó vedere è una città molto colorata.*

    Le sorrisi e la guardai attentamente, quanti anni poteva avere, ventidue massimo ventiquattro anni, aveva dei bellissimi capelli biondi che gli cadevano sulle spalle ed un viso dall'incarnato perfetto.*

    Comunque preferirei che mi chiamasse Jhon, oppure Jhonatan, Nicole. Sa
    Se abita a Plaça de Catalunya allora siamo vicini di via.
    29 giugno alle ore 16.52 · Mi piace · 1

    Nicole Morris *Ascoltai con interesse il mio interlocutore, nonché compagno di viaggio improvvisato e scoprii con piacere che eravamo ambedue di New York.* Come è piccolo il mondo *dissi sorridendogli.* Anche New York è la mia città, anzi era. Bella ma troppo grigi...Altro...
    29 giugno alle ore 18.05 · Non mi piace più · 1

    Jhonatan Lucian Queen *la osservai pensando a quanto fossero diverse ma anche simili le due città.*
    In realtà è la gente che cambia.* ero pensieroso.* ma neanche. Sono entrambe città molto poliedriche che vivono sia di notte che di giorno. Diciamo che la differenza più grande è proprio la cultura che a Barcellona si fonda sulle tradizioni.*
    La guardai e pensai a tutti i monumenti storici che si trovavano a Barcellona.
    * io mi trovo bene anche perché ho trovato parecchi ami ci sia spagnoli che americani.
    *poggia la schiena sulla poltrona e mi rilassai.*
    Anche io ho voluto cambiare aria. Per esprimermi come me stesso sia nel mio lavoro che nelle mie passione. A New York sarei stato costretto dai doveri di un figlio che doveva mantenere le aspettative di un genitore.
    *confidai a quel punto tornando serio, ero stato catapultato nel pensiero di vita e di stile della mia famiglia.*

    Ha amici cui appoggiarsi Nicole e poi... Posso darti del tu?
    29 giugno alle ore 20.07 · Mi piace · 1

    Nicole Morris A dire il vero no, non ho amici qui *dissi con sincerità.* Sto proprio ricominciando da zero. Nuovo continente, nuova città, nuova vita.* Sorrisi mestamente e scelsi volontariamente di non aggiungere altro. Non era il caso di svelare il mio passato e soprattutto parlarne mi riusciva davvero difficile. Era già abbastanza faticoso stare dietro ai miei pensieri incontrollati, figuriamoci condividerli con qualcuno. Mi ritrovai a intrecciare nervosamente le mie mani, lo facevo spesso quando la mia mente vagava nei ricordi di quei luoghi che era meglio dimenticare e torturai, senza sosta, le mie dita, ma lo sguardo di Jhon mi fece smettere all’istante.* Certo che puoi darmi del tu *mormorai, riportando il discorso in un terreno più neutrale e meno pericoloso per me.* Hai detto che qui sei riuscito a coltivare le tue passioni. Quali sono i tuoi hobby Jhon? *Sospirai e per la prima volta dopo tantissimo tempo, mi sentii più rilassata. Stavo facendo un normale discorso, una conversazione tranquilla, senza alcun accenno allo scempio che avevo vissuto. Forse, dopotutto, sarei riuscita a riavere un’esistenza ordinaria, una vita comune, fatta di quella quotidianità semplice che mi mancava da morire*
    29 giugno alle ore 22.51 · Non mi piace più · 1

    Jhonatan Lucian Queen *La capivo. Anche io ero arrivato senza amici, ne conoscenti. Solo un gruzzoletto per aprire il mio studio adiacente casa mia, ed avviarlo al meglio.
    Nicole mi chiese delle passioni e sorrisi. Si sorrisi perché apparentemente potevo sembrare l'avvocato...Altro...
    30 giugno alle ore 0.12 · Mi piace · 1

    Nicole Morris *Musica… io adoravo la musica. Ascoltavo un po’ di tutto, non denigravo nessun genere, anzi al contrario, mi piaceva spaziare e spesso la scelta dei brani ricadeva su qualcosa che rispecchiava il mio stato d’animo. E poi il pianoforte, era lo strumento che mi affascinava di più fin da quando ero bambina. Quei tasti bianchi e neri che armonicamente creavano melodie. Mio padre lo suonava ogni domenica e io mi sedevo vicino a lui e lo ascoltavo, rapita dai suoi gesti e da quei suoni talvolta leggeri, talvolta più intensi. Un pizzico di nostalgia si fece spazio dentro di me, ma la ricacciai immediatamente. Era stato difficile dire addio alla mia famiglia, ma loro avevano compreso e sapevano che quella partenza era il lasciapassare alla mia rinascita. Ne avevo bisogno io e ne avevamo bisogno anche loro, afflitti come me da quel macigno che ci era caduto addosso. Era la speranza il filo sottile che ci avrebbe legato per sempre, speranza di poter sorridere ancora.* Il pianoforte è magico *dissi guardando Jhon. Nei suoi occhi, per qualche secondo, rividi la stessa luce che brillava negli occhi di mio padre, ogni qualvolta suonava o parlava di quella sua passione.* Le passioni vanno coltivate, hai fatto bene ad acquistarlo.* Mi voltai verso il finestrino e guardai fuori, il taxi aveva rallentato la sua corsa.* Siamo arrivati? *Chiesi girandomi poi verso Jhon.*
    30 giugno alle ore 0.32 · Non mi piace più · 1

    Jhonatan Lucian Queen *La guardai mentre mi diceva che le passioni dovevano essere curate. Si era una passione che con gli anni avevo trascurato ed ahimè era capitato anche a mio fratello Alex. Entrambi troppo presi a far carriera ognuno nel proprio campo. Eppure entrambi ci eravamo avvicinato alla musica ultimamene.
    Io ed Alex non ci somigliavamo molto, amavo i miei fratelli. Eppure proprio perché ero io maggiore avevo sempre visto Alex ed Elsa da lontano, crescere ed amarsi ed essere sempre legati tra di loro. Poi arrivo il giorno in cui nostra madre ci lasció decidendo di portare con se le nostre sorella e lasciare noi maschi con nostro padre. Non sapevamo il perché di quella scelta, sta di fatto che da quel giorno Alex cambio, iniziando con l'odiare la mamma per quel l'abbandono e perché le aveva portato via Elsa. Tra di noi erano rimaste solo fuggevoli chiamare che nostro padre cercava sempre di ottenere pur di farci rimanere tutti in contatto. Alex era però sempre cupo ed io non sapevo come prenderlo se non nell'unico modo che conoscevo, con la musica. C'erano giornate che trascorrevano lunghe ed in silenzio ed io per cercare di riavvicinarmi a lui iniziavo a strimpellare il piano ed allora mi raggiungeva ed iniziava a suonare un pezzo classico, Mozart, Puccini, Beethoven... Quello che voleva, noi suonavano il nostro pezzo a quattro mani. È la musica ci avvicinava e ci teneva legati tuttora.*
    Mi piace coltivare questa passione con mio fratello in realtà. È due anni più piccolo di me ma ci sa fare anche lui.
    *mi
    Guardai intorno mentre il gesso sta rallentava.*

    Si siamo arrivati, credo stia cercando io numero civico.
    30 giugno alle ore 0.43 · Mi piace · 1

    Nicole Morris *Jhonatan mi disse che coltivava quella sua passione con il fratello più giovane e poi mi confermò che eravamo arrivati. Improvvisamente mi sentii emozionata e cominciai a guardare con attenzione tutte le abitazioni per scorgere la mia. L’avevo vista solo in fotografia, ma ero sicura di riconoscerla. Avevo visionato case su case, ma quel loft mi aveva conquistato. Non appena mi ero soffermata su di esso, una strana sensazione mi aveva invaso, come a voler sussurrarmi tacitamente che quella doveva diventare la mia dimora. Era ben arredato, luminoso, spazioso e soprattutto colorato. Mi serviva luce, mi serviva calore, avevo bisogno di quattro mura che mi facessero sentire al sicuro e libera. Continuai a guardare, poi il taxi si fermò e la vidi. Casa mia, era davanti ai miei occhi.* Dal vivo è ancora più bella *mormorai felice. Percepii lo sguardo di Jhon su di me, molto probabilmente si era accorto della mia emozione, quindi gli sorrisi.* Grazie per la conversazione e soprattutto grazie per il passaggio. E’ stato un piacere conoscerti. Permettimi di ricambiare la tua cortesia *dissi poi frugando nella mia borsa. Cercai il portafoglio e lo tirai fuori. Volevo almeno pagare la corsa. * Quanto le devo? *Domandai, rivolgendomi al tassista.*
    30 giugno alle ore 1.02 · Non mi piace più · 1

    Jhonatan Lucian Queen *mi sedetti meglio sul sedile mentre il tassista si fermava e Nicole osservava la sua nuova casa.
    Uno sguardo fanciullesco, fatto di felicità, gioia e desiderio di rivalsa apparve sul suo volto e nei suoi occhi.
    Sorrisi, quello per lei era realmente un nuovo inizio e Le auguravo veramente tutto il meglio.
    Quando finì di contemplare la casa Nicole si voltò verso di me, era giunto il momento dei saluti anche se non mi sentivo pronto in realtà a salutarla. Eravamo stati in quel taxi per poco tempo ma Conversare con lei era stato piacevole e non mi ero accorto del tempo che passava. La vidi tirare fuori il portafogli e rivolgersi al tassista. Ma era impazzita? Avevo chiesto di portare prima lei proprio per non farle pesare la corsa. Allungai una mano a placarle il polso delicatamente.
    Le sorrisi per rassicurarla e farle capire che non ero un maniaco.*

    No grazie ma pago io. Sei stata una compagnia piacevole in un viaggio che da solo sarebbe risultato noioso è lento.

    *le sorrisi ed allontanai al mano dal suo polso mentre prendevo il telefono.*
    Se permetti potresti ricambiare la cortesia scambiandoci il telefono. Mi piacerebbe rivederti e poter parlare ancora con te.
    30 giugno alle ore 1.22 · Mi piace · 1

    Nicole Morris *Johnatan con innata gentilezza e con una cordialità di altri tempi, mi vietò categoricamente di pagare.* Grazie mille *mormorai riponendo il portafoglio nella borsa e cercando il mio telefono. Gli dettai il mio numero e lui fece altrettanto. “Avvocato Queen” digitai nella tastiera, ma poi lo corressi scrivendo semplicemente Jhon.* Non so davvero come ringraziarti, sei stato gentile e anche a me ha fatto piacere scambiare quattro chiacchiere con te. Allora a presto… *mormorai infine, prima di scendere dall’auto. Gli sorrisi un' ultima volta e poi presi i miei bagagli e mi avviai verso il mio loft. Mossi qualche passo, poi un tremore alle gambe mi fece fermare. Mi girai solo per qualche istante,John mi sorrise e alzò la mano per salutarmi ancora e quel suo saluto fu per me un incoraggiamento a proseguire verso la mia nuova vita. E allora ripresi a camminare, con un passo più deciso, con una forza ritrovata. Stavo camminando verso il mio futuro. Sospirai, mi fermai davanti al portone, poi presi le chiavi e con mani tremanti, aprii. Sei a casa Nicole, mi dissi, entrando. Una lacrima di gioia solcò la mia guancia, mentre con gli occhi sgranati e la bocca spalancata dallo stupore, riempivo le mie iridi dei colori accesi e vivi della mia nuova abitazione. Ero finalmente e a tutti gli effetti un abitante di Barcellona e come se non bastasse, avevo anche trovato un nuovo amico, Johnatan.*
     
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